La grazia del volgare

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una co-produzione Officine della Cultura – Associazione Ritmi
con il contributo della Regione Toscana e del Ministero della Cultura – Direzione Spettacolo

LA GRAZIA DEL VOLGARE

Dante Alighieri attraverso la musica e la letteratura del suo tempo

Un “concerto narrato” attraverso gli scritti di Dante Alighieri e i suoi contemporanei: melodie e liriche antiche, un viaggio attraverso il “miglior fabbro del parlar materno”

Amanda Sandrelli voce recitante

Anonima Frottolisti

Luca Piccioni liuto medievale, chitarrino, voce
Massimiliano Dragoni organistrum, carillon, percussioni antiche, salterio a pizzico, dolcimelo
Simone Marcelli organo portativo, clavicembalum, voce
Elisa Pasquini voce
Carla Babalegoto voce

NOVITA2021-22

La “rivoluzione” che spinse molti autori a sviluppare l’uso della lingua volgare nelle produzioni letterarie colte, tra XIII e XIV secolo, riveste, ancora oggi, uno dei momenti fondamentali della storia culturale occidentale. È Dante Alighieri, grazie alle sue opere, a raccontare questa fase in modo sublime: non solo con la scrittura di sua produzione ma attraverso l’influenza che egli stesso seppe elargire sui contemporanei in ogni forma d’arte. Così come nelle testimonianze letterali, anche la musica subì il fascino di questa innovazione. Tramite il francescanesimo, lo sviluppo della lirica francese, trobadorica e trovierica, le cantigas in Spagna e in Germania con le opere dei minnesanger, l’uso delle lingue “regionali”, divenne patrimonio universale di tutti i poeti a cavallo tra XIII e XIV secolo.
L’importanza di questi autori, spesso anonimi, risuona con forza nella letteratura occidentale. È Dante, nel Canto 26 del Purgatorio, tramite il Guinizzelli, introducendo il trovatore Arnaut Daniel, a spiegarne l’assoluta grandezza:

“O frate”, disse, “questi ch’io ti cerno col dito”, e
additò un spirto innanzi, “fu miglior fabbro del
parlar materno …

È proprio l’ideale del “Fabbro del Parlar materno”, la finalità del presente percorso, ovvero, la possibilità di descrivere la musica al tempo di Dante, attraverso le influenze della lingua volgare, “materna”, nell’uso pratico della musica.