Artisti nei Territori 2022
Il Teatro Verdi alla ricerca dei limiti con la residenza de Le Api Randagie
Nuova residenza artistica a Monte San Savino con gli artisti Mattia e Davide Bonetti ai fini dell’allestimento dello spettacolo Kevin
Il Teatro Verdi di Monte San Savino torna a farsi residenza d’arte, creatività e produzione teatrale ospitando in questi giorni l’allestimento dello spettacolo “Kevin”, con Le Api Randagie (LAR) Mattia Bonetti (musicista) e Davide Bonetti (Acrodancer).
La residenza artistica, ospitata a Monte San Savino da Officine della Cultura, in collaborazione con Comune di Monte San Savino e A.S. Monteservizi nell’ambito del progetto “Artisti nei territori” finanziato dal MiC Ministero della Cultura e da Regione Toscana, è un lavoro di ricerca e improvvisazione che arriverà al debutto nazionale nel 2023 grazie anche alla possibilità di uno spazio a disposizione, come il Verdi, nel quale mettere alla prova idee e costruzione scenica. Si segnala che martedì 25, nell’ambito della residenza artistica, il gruppo condurrà un workshop di acrodanza in collaborazione con la scuola di danza A.S.D. Danzart di Elisa Barberi.
L’acrodanza, disciplina circense ancora difficile da definire perché piuttosto recente e “ibrida” dal momento che racchiude non solo la danza contemporanea e la tecnica acrobatica ma anche discipline come la capoeira, le arti marziali, il floorwork, la break dance e alter, sarà infatti l’ambito di inizio del progetto artistico teso a misurare i limiti del corpo, come della mente, per sviluppare nuovi limiti derivanti da nuove possibilità. Il tutto strutturato a partire da due limiti imprescindibili: l’improvvisazione e il divertimento. Scrivono Mattia e Davide Bonetti: «Crediamo nella forza espressiva del gesto, che ha per noi un linguaggio autosufficiente. Pensiamo ci sia differenza tra fare qualcosa e fingere di fare qualcosa, e crediamo comunichi messaggi differenti. E per certi versi la finzione assume un carattere grottesco e costringe lo spettatore a vedere quello che vediamo noi o che vorremmo che vedesse. Per rendere qualcosa di onesto al pubblico vogliamo quindi partire da qualcosa che stia realmente succedendo, senza esagerazioni o particolari contestualizzazioni pantomimate. Una nuova dimensione di realtà formata da un insieme di gesti e parole».
Residenza I Manoscritti non bruciano – Settembre 2022
I manoscritti non bruciano, Bulgakov debutta in teatro
Al Teatro Verdi di Monte San Savino nuova residenza artistica con la rilettura de “Il Maestro e Margherita” in attesa del Festival dello Spettatore 2022
Il Teatro Verdi di Monte San Savino torna a farsi residenza d’arte, creatività e produzione teatrale ospitando in questi giorni l’allestimento dello spettacolo “I manoscritti non bruciano”, una coproduzione Teatro Macondo, C.A.P.I. Consorzio Altre Produzioni Indipendenti e Teatro di Anghiari, con la collaborazione e il supporto dell’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma e con il supporto del Festival dello Spettatore 2022. Il debutto nazionale è previsto venerdì 30 settembre alle ore 21:15 sempre nella cornice del Verdi con la possibilità, grazie al festival, di raggiungere il teatro anche da Arezzo con il pullman dello spettatore (prenotazione obbligatoria). Partenza dal Parcheggio Rossellino alle ore 20:00. Ingresso € 10,00 – ridotto soci Unicoop Firenze, under 25 e over 65 € 8,00.
La residenza artistica, ospitata a Monte San Savino da Officine della Cultura, in collaborazione con Comune di Monte San Savino e A.S. Monteservizi nell’ambito del progetto “Artisti nei territori” finanziato dal MiC Ministero della Cultura e da Regione Toscana, porterà in scena un lungo lavoro di ricerca e indagine della compagnia intorno al romanzo “Il Maestro e Margherita” di M. A. Bulgakov. Con la consapevolezza che il romanzo contenga in sé, profeticamente, alcune tra le domande che sfidano il contemporaneo: quanto può costare la ricerca del proprio ruolo nella società? Quanta arroganza si rivela nel credersi indiscutibilmente dalla parte dei giusti? Quanta paura esiste nel prendere una decisione che porti fuori dal consenso comune?
Così i protagonisti raccontano il progetto: «“Il Maestro e Margherita” è un’opera letteraria ingombrante, illuminante e complessa. Tenteremo la creazione di un’opera al contempo ridente e profonda, che riesca a restituire al pubblico l’allegria del pensiero; che riesca a comunicare la percezione della mediocrità ma anche della sublimità del mondo che viviamo, che faccia intravedere una speranza, quella che seppur vivendo in una società complessa, difficile e ostile, non tutto è perduto; che il senso di condivisione, il libero pensiero, l’aspirazione a qualcosa di più alto, non sono qualcosa di morto e inutile. Perché come ribatte Woland, “i manoscritti non bruciano”. Il clima causato dal conflitto russo-ucraino ha impattato concretamente sulla realizzazione del lavoro soprattutto per il diffuso clima di diffidenza verso la cultura russa. Ci domandiamo quindi quando e come un’opera d’arte smetta di essere patrimonio universale dell’umanità e diventi patrimonio culturale di una nazione».
Testo di Alessandra Chieli. Supervisione Francesco Petti. Con Emilio Barone (Berlioz, Il Maestro, Intellettuale Massolit, dottore), Alessandra Chieli (Cantante, Stëpa, Margherita), Anton de Guglielmo (Ivan, Azazello, Intellettuale Massolit), Francesco Petti (Woland, Intellettuale Massolit). Voci Filippo Pagotto (Ponzio Pilato), Michele Guidi (Gesù), Roberto Nisivoccia (Caifa). In video Michele Guidi (Gesù) e Andrea Merendelli (Caifa). Direttore tecnico e luci Stefan Schweitzer. Musiche originali e sonorizzazione Francesco Petti e Emilio Barone. Sonorizzazione, immagini e montaggio Alessandra Chieli. Programmazione Emilio Barone. Costumi Armida Kim. Assistente di scena Emma Tramontana. Regia Alessandra Chieli. Immagine originale I manoscritti non bruciano Giovanna Guariniello. Foto di scena e video Alessandro Gallo e Francesco Dejaco.
Prevendite e prenotazioni presso Officine della Cultura, via Trasimeno 16, Arezzo, con orario dal lunedì al venerdì 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00. Tel. 0575 27961 – 338 8431111 – biglietteria@officinedellacultura.org – www.officinedellacultura.org. Info Festival dello Spettatore tel. 331 7880087 – segreteria@reteteatralearetina.it. Prevendite online presso Circuito BoxOffice Toscana e su TicketOne.it. Biglietteria il giorno di spettacolo presso il Teatro Verdi con apertura un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Residenza Una Talpa – Luglio 2022
Una talpa al Teatro Verdi, residenza della compagnia Fondamenta Zero
Dal 12 al 26 luglio il Teatro Verdi di Monte San Savino si fa casa per i giovani artisti della compagnia ai fini dell’allestimento del nuovo progetto teatrale
Una giovane compagnia teatrale, tre attrici, un attore e una tecnica, un copione da mettere in scena, un teatro da abitare per trasformare un progetto artistico in forme, luci, voci, corpi, memorie. E confronto. Sul palcoscenico, innanzitutto, per arrivare al pubblico, infine, in una data da mettere in agenda.
La compagnia teatrale Fondamenta Zero, nata nel 2018 proprio a Monte San Savino in occasione della nascita dello spettacolo “Alle porte”, torna al Teatro Verdi grazie a Officine della Cultura, in collaborazione con Comune di Monte San Savino e A.S. Monteservizi, per una nuova “residenza trampolino” dedicata alle giovani compagnie teatrali all’interno del progetto “Artisti nei territori” finanziato dal MiC Ministero della Cultura e da Regione Toscana. Torna con Elena Ferri, Claudia Manuelli, Emilia Scatigno e Paolo Tosin per l’allestimento, dal 12 al 26 luglio, dello spettacolo dal titolo “Una Talpa”, regia di Emilia Scatigno, light designer Silvia Vacca.
“La Talpa” nasce da un parole che diventa necessario tirar fuori, un tema da affrontare a tutti i costi. Così Fondamenta Zero racconta il progetto: «Esistono avvenimenti extra ordinari in cui proviamo sensazioni bizzarre, in cui la mente e il corpo reagiscono in modi che mai ci saremmo aspettati. “Una talpa” affronta un tema fin troppo gettonato, ma questo non ci fa alcuna paura, perché siamo certi di volerlo affrontare a tutti i costi, siamo decisi a dire tutto con la massima onestà, anche a costo di risultare immorali. Non ci interessa raccontare la storia del mostro e dell’agnello. Infatti in queste circostanze extra ordinarie la realtà scompare in una nebbia ambigua e un pensiero si insinua nella testa: “È colpa mia”. È un pensiero molto piccolo, ma è in grado di cambiarti la vita per sempre e forse non ti abbandonerà mai. Ma cosa ne pensano gli altri? Provano a consolarti, ti guardano costantemente con gli occhi della pietà, ti dicono che non hai fatto nulla di male, che quello che ti è successo è terribile, che non puoi pensare nemmeno per un momento che sia colpa tua. Te lo dicono così tanto che finisci per convincerti che hanno ragione. Eppure perché non sei stato in grado di reagire, perché sei rimasto immobile e non hai detto semplicemente no? Perché hai sorriso? Perché alla fine di tutto hai detto perfino “grazie”? Perché?
Una talpa parla dell’incapacità di dire “stupro”, “abuso”, “violenza sessuale”, della ricerca disperata di un’altra parola per definire quello che è successo. Non pretendiamo di propinare una verità assoluta, non affermiamo che in seguito a una violenza sessuale si reagisca indubbiamente in un determinato modo. Raccontiamo una possibilità, un modo di sopravvivere. Un modo possibile e reale, perché quello che raccontiamo è frutto di un’esperienza diretta, non supponiamo nulla».
Ulteriori informazioni presso Officine della Cultura, via Trasimeno 16, Arezzo. Tel. 0575 27961 – 338 8431111 – www.officinedellacultura.org.