NARDINOCCHI/MATCOVICH

ARTURO

di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich
scena Fiammetta Mandich
suono Dario Costa
luci Marco Guarrera
illustrazioni Margherita Nardinocchi
grafica Clarice
produzione Florian Metateatro

vincitore Premio Scenario Infanzia 2020 finalista Premio In-Box 2021
vincitore Premio della Critica FringeMI 2022 vincitore Direction Under30 2022
vincitore Bando Life is Live 2023

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-> Acquista il biglietto su TicketOne <-

INGRESSO
intero € 10
ridotto € 8
ridotto under 30 € 5
*Le riduzioni vengono applicate a: over 65, abbonati alle stagioni dei teatri della Rete Teatrale Aretina

INFO E PREVENDITE
Officine della Cultura

via Trasimeno, 16 – Arezzo
tel. 0575 27961 – 338 8431111 biglietteria@officinedellacultura.org
dal lunedì al venerdì ore 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00

Teatro Petrarca, Via Guido Monaco, 12 – Arezzo
tel. 0575 1739608
mercoledì ore 17:30 > 19:30

PREVENDITE
Circuito BoxOfficeToscana – www.ticketone.it

Biglietteria
il giorno di spettacolo presso il Teatro, apertura un’ora prima dello spettacolo

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Arturo non è uno spettacolo, bensì un accadimento, un incontro. È nato durante un viaggio in Puglia, d’estate, in un pessimo ristorante. Qui Niccolò ha manifestato a Laura il desiderio di costruire insieme un lavoro che avesse come tema il rapporto con i propri padri, con la perdita dei propri padri e che fossero proprio lui e Laura in scena, pur essendo autori e non attori.

Arturo è così diventato la forma della loro memoria, in cui i racconti, i giochi, le date, gli aneddoti, le parole si sono trasformati in pezzi, per la precisione dodici, di un grande puzzle. Un gioco a cui gli spettatori non solo assistono come testimoni, ma sono anche invitati a partecipare attivamente: alcuni scrivono un proprio pensiero sul padre, mentre altri scrivono i titoli delle scene sui pezzi di puzzle, aggiungendo qualcosa di personale intorno alla figura del padre.

Qual è il rapporto con i padri e cosa resta (resterà) alla loro scomparsa?

I pezzi capovolti vengono poi disposti nello spazio e svelati casualmente, così che le scene possano agire come i ricordi: arrivano all’improvviso, senza poterli prevedere. Arturo ha quindi una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni: l’ordine delle scene nelle varie repliche sarà sempre differente.

Arturo vuole trasformare l’autobiografia in atto creativo, con l’intento di rendere una memoria privata collettiva e universale.

 

ART-U

HORFÈS – ANDATA E RITORNO

scritto da Marco Caroccia
diretto da Virginia Billi

con Virginia Billi e Riccardo Caroccia
musiche dal vivo Riccardo Caroccia

luci Marco Stumia

Realizzato con il contributo dell’Otto Per Mille della tavola Valdese

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INGRESSO
intero € 10
ridotto € 8
ridotto under 30 € 5
*Le riduzioni vengono applicate a: over 65, abbonati alle stagioni dei teatri della Rete Teatrale Aretina

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dal lunedì al venerdì ore 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00

Teatro Petrarca, Via Guido Monaco, 12 – Arezzo
tel. 0575 1739608
mercoledì ore 17:30 > 19:30

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Biglietteria
il giorno di spettacolo presso il Teatro, apertura un’ora prima dello spettacolo

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“HorFès andata e ritorno” utilizza il potere evocativo della musica e del cinema per raccontare una storia antica con i mezzi della contemporaneità. Lo spettacolo ci parla di Orfeo ed Euridice, del loro amore ostinato, delle loro fragilità e imperfezioni, dell’incontro inevitabile tra eros e thanatos. Mito intramontabile, profondo, altamente suggestivo che raccoglie una sorprendente molteplicità di tematiche: l’amore e la morte, il trionfo e il fallimento, la ricerca della bellezza nell’arte e la discesa negli inferi. Quella di Orfeo ed Euridice è la storia di un viaggio travagliato, di una ricerca di sé nel profondo dell’essenza.

Una rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice che li vede come due comuni mortali, ambientata nella notte del 20 luglio 1969, quando l’uomo sbarcò sulla luna. Questa notte non è solo un mero sfondo, ma metafora della sfida all’oscurità, del viaggio che porta alla scoperta della faccia oscura della luna come del viaggio che è discesa negli inferi e negli abissi dell’animo umano. Uno spettacolo in cui il quotidiano e il sublime si toccano, dove la musica diventa presenza di scena che accompagna e conduce sia il pubblico che i personaggi. Se Orfeo deve trovare il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle e interrogarsi sull’assenza, Euridice deve percorrere il suo cammino verso l’accettazione del suo destino; insieme, ma ognuno da solo nella consapevolezza dell’irreversibilità della morte.

Questo evento si terrà presso il Teatro Virginian di Arezzo – ore 21:00

USINE BAUG

TOPI – A vent’anni dal G8 di Genova

con Claudia Russo, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco
regia e drammaturgia USINE BAUG
luci e tecnica
Emanuele Cavalcanti
co-prodotto da Campo Teatrale
con il patrocinio di Amnesty International

Premio Scenario Periferie 2021 – Finalista In-box 2023

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INGRESSO
Intero € 12
Ridotto € 10
Soci La Filostoccola aps € 7,
*Le riduzioni vengono applicate a: over 65, under 25

INFO E PRENOTAZIONI

3495299372 – 3338459441

I biglietti sono acquistabili direttamente al Teatro Virginian – via de’ Redi n. 12 – la sera dello spettacolo, a partire da due ore prima dell’evento. Vivamente consigliata la prenotazione.

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Vent’anni fa, una città sul mare, odore di basilico e lacrimogeni, in sottofondo Manu Chao, boati ed esplosioni. Il signor Canepa abita in centro storico, ma in quei giorni di luglio ha altre cose per la testa e se non fosse per i suoni e le grida che entrano dalle finestre non si accorgerebbe nemmeno di quello che accade di fuori. Topi, piccoli e invisibili come fantasmi hanno invaso il palazzo ed ora se ne stanno li a sgranocchiare mele e carote. Bisogna liberarsene e in fretta, prima che arrivino gli ospiti.
Per chi c’era ma soprattutto per chi non c’era, dentro e fuori il teatro, nella piazza della nostra memoria.
TOPI intreccia ricostruzione storica e invenzione scenica per raccontare, a vent’anni di distanza, il G8 di Genova: una delle ferite più gravi della recente storia italiana. Attraverso testimonianze reali e personaggi inventati, ricostruzioni sonore e trasposizione scenica, vogliamo offrire una molteplicità di prospettive diverse per rendere la complessità di quei giorni e aprire delle crepe nell’immaginario collettivo: perché certe ferite, anche se ben nascoste, non si rimarginano mai.


G8 GENERAZIONI A CONFRONTO SULLA FINE DI UN’EPOCA

L’evento è parte di una giornata più lunga che prevede:

Ore 19:00

“Roba dell’altro mondo” Il G8 cent’anni dopo

Con Renata Badii, Giulio Mariottini e Brunetto Mori
Associazione Culturale Pepe Mujica

Ore 20:00

Pane, vino e companatico

Ore 21:00

“Topi”

 

INGRESSO: Incontro + aperitivo + spettacolo: € 15
Prenotazione obbligatoria ai numeri sopra indicati

 

 

FONDAMENTA ZERO

RESTERÒ PER SEMPRE NELLA FOTO DI UNO SCONOSCIUTO

soggetto e regia Claudia Manuelli
con Elena Ferri, Claudia Manuelli, Paolo Tosin
dramaturg e aiuto regia Elisa Emilia Scatigno
luci Fabio Dorini

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INGRESSO
intero € 10
ridotto € 8
ridotto under 30 € 5
*Le riduzioni vengono applicate a: over 65, abbonati alle stagioni dei teatri della Rete Teatrale Aretina

INFO E PREVENDITE
Officine della Cultura

via Trasimeno, 16 – Arezzo
tel. 0575 27961 – 338 8431111 biglietteria@officinedellacultura.org
dal lunedì al venerdì ore 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00

Teatro Petrarca, Via Guido Monaco, 12 – Arezzo
tel. 0575 1739608
mercoledì ore 17:30 > 19:30

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Biglietteria
il giorno di spettacolo presso il Teatro, apertura un’ora prima dello spettacolo

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In quante foto di uno sconosciuto siamo? In quante nostre foto abitano centinaia di sconosciuti che magari sono già morti? Magari quella volta, durante la manifestazione del 25 aprile, mentre scattavi la foto sulla statua del cavallo in piazza duomo, hai immortalato per sempre uno sconosciuto, uno sconosciuto che resterà lì per sempre con la sua bandierina in mano, uno sconosciuto che magari tra qualche anno incontrerai davvero, magari vi sposerete e scoprirete solo dopo molti anni che lui era da sempre e per sempre in quella foto. O magari nulla di tutto questo.

Note di regia – Perché Resterò per sempre nella foto di uno sconosciuto

Un anno fa ho cominciato a cercare nei mercatini dell’usato fotografie e pagine di diario di sconosciuti. Resterò per sempre nella foto di uno sconosciuto parte dall’osservazione di queste fotografie: quelle fotografie
chiamate “foto ricordo”, che si fanno da soli, in coppia o in gruppo per ricordarsi di un momento che vogliamo imprimere per sempre nella nostra memoria e che ci permetteranno di rievocare quei momenti ogni volta che,
volontariamente o per caso, le riprenderemo in mano. In queste foto, sullo sfondo, sbucano spesso persone totalmente sconosciute che in quel momento passavano di lì, per caso.
Ho pensato: “Ma che poi io, nel mondo, in quante foto di questo genere sono? In quanti album di famiglia? In quante di quelle foto in cui indichi la tipa che sta dietro e fa una faccia strana e tutti ridono, facendola diventare parte integrante del lessico familiare? Magari un giorno conoscerò di persona quello sconosciuto che passava di lì per caso e mi accorgerò, forse, che lo incontravo tutte le mattine mentre portavo a spasso il cane. O magari niente di tutto ciò.”
Ho sempre sentito il bisogno, senza saperne la causa, di conservare tutto, conservare per avere memoria. Sono terrorizzata dall’idea di perdere il ricordo degli istanti significativi della mia vita, ma anche di quelli più effimeri e banali, eppure la nostra mente è fatta così: ha bisogno di fare spazio per creare altro spazio. Senza memoria siamo senza identità, senza l’altro a farci memoria ci manca un pezzo e quindi non esistiamo, esistiamo a metà o siamo già morti.
Ma se qualcuno si ricorda di noi dopo la nostra morte diventiamo immortali? Se rimangono delle tracce di noi nel mondo allora la morte è un po’ meno morte? Sono stufa di trovare un senso a tutto, vorrei sentire come si sta quando si accetta che un senso non c’è, penso sarebbe un sollievo perché si avrebbe continuo stupore del mondo. Ma il nostro cervello è programmato così: non riesce a fare a meno di unire i puntini della pista cifrata della settimana enigmistica per vederci qualcosa di riconoscibile.

TRISTEZA ENSEMBLE

ALDST – AL LIMITE DELLO SPUTTANAMENTO TOTALE

di e con Viola Marietti
regia Matteo Gatta, Viola Marietti
dramaturg e supervisore artistico Gabriele Gerets Albanese
produzione Tristeza Ensemble, Mismaonda

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ridotto € 8
ridotto under 30 € 5
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Officine della Cultura

via Trasimeno, 16 – Arezzo
tel. 0575 27961 – 338 8431111 biglietteria@officinedellacultura.org
dal lunedì al venerdì ore 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00

Teatro Petrarca, Via Guido Monaco, 12 – Arezzo
tel. 0575 1739608
mercoledì ore 17:30 > 19:30

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il giorno di spettacolo presso il Teatro, apertura un’ora prima dello spettacolo

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ALDST è un monologo, l’affresco in soggettiva di una ragazza tra i venti e i trent’anni, autodistruttiva e ironica, immatura e incasinata, che tenta di barcamenarsi in quel disastro sconsolante che potremmo chiamare la sua vita. Ogni giorno lotta grossolanamente contro quell’indefinita zavorra che la trascina sempre in basso, passando per il baratro della depressione, come una sorta di buca del bianconiglio di un’Alice sgangherata, alcolizzata, sconsolante, che forse, passando per mondi interiori e immaginari, vedrà alla fine del cunicolo un bagliore di luce di rinascita. Una via di mezzo tra la stand-up comedy più becera e un wannabe Sarah Kane. Tra piccole poesie lette dal quadernino con imbarazzo, riflessioni sulla nostra generazione e uno stile di parlato estremamente grezzo che sgomita per andare verso l’alto.

FETTARAPPA/GUERRIERI

LA SPARANOIA
Atto unico senza feriti gravi purtoppo

scritto e diretto da Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri
assistente alla regia Giulia Bartolini
con Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri
contributo intellettuale Christian Raimo

produzione Sardegna Teatro – Agidi
con il sostegno di Armunia Teatro, Spazio Zut, Circuito Claps, Officine della Cultura

si ringrazia Carrozzerie n.o.t.

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INGRESSO
intero € 10
ridotto € 8
ridotto under 30 € 5
*Le riduzioni vengono applicate a: over 65, abbonati alle stagioni dei teatri della Rete Teatrale Aretina

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Officine della Cultura

via Trasimeno, 16 – Arezzo
tel. 0575 27961 – 338 8431111 biglietteria@officinedellacultura.org
dal lunedì al venerdì ore 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00

Teatro Petrarca, Via Guido Monaco, 12 – Arezzo
tel. 0575 1739608
mercoledì ore 17:30 > 19:30

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il giorno di spettacolo presso il Teatro, apertura un’ora prima dello spettacolo

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Non ci sono buone notizie. La Sinistra è defunta ed è meglio così. Il Ministro alle Politiche Giovanili sogna di divorare gli studenti che manifestano. I giovani non trovano più il piacere di delinquere: vivono a casa, perimetrati da un metro quadro e con l’ossessione dei lavaggi delicati. Il compagno Niccolò si innamora di colonnelli e programma orgasmi in caserma. A fargli da spalla, un Fidel Castro che vive a Miami e preferisce gli scaldabagni alla rivoluzione. Niccolò coltiva la missione civile di far esplodere tutto: vorrebbe uscire di casa, mettere una bomba, portare l’attacco al culo dello Stato. Organizza un comitato di agitazione permanente con la terza età.

Il lavoro si sviluppa e si approfondisce grazie anche alla Scuola di Scritture – diretta da Lucia Calamaro e promossa da Riccione Teatro – nel corso della quale viene presentata una prima stesura, poi programmata durante la prima rassegna di PresenteFUTURO di Rai Radio 3, curata da Antonio Audino e Laura Palmieri.

CATERINA MARINO

STILL ALIVE

regia e drammaturgia Caterina Marino
con Caterina Marino e Lorenzo Bruno

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ridotto € 8
ridotto under 30 € 5
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dal lunedì al venerdì ore 10:00 > 13:00 e 15:30 > 18:00

Teatro Petrarca, Via Guido Monaco, 12 – Arezzo
tel. 0575 1739608
mercoledì ore 17:30 > 19:30

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Still Alive nasce da un profondo malessere personale per indagare un male di vivere generale. Fondamentale nel percorso progettuale è l’incontro con il testo del filosofo e saggista Mark Fisher “Realismo capitalista” che analizza la depressione, la salute mentale e gli stati d’ansia in chiave politica e sociale e non più solo personale. L’impossibilità nel sottostare a un sistema altamente performante e produttivo diventa hummus sotterraneo di Still Alive, in cui l’attrice si trova quotidianamente a che fare con una paralizzante difficoltà del vivere, sorretta e accompagnata dalla figura di un tecnico video che è anche altro. Anzi, l’altro.

Lo spettacolo instaura un rapporto diretto con il pubblico attraverso confessioni, flussi di coscienza, richieste e coinvolgimenti che ricordano a chi guarda che, nel bene e nel male, nessuno di noi è solo. Finché siamo qui. Finché siamo, appunto, ancora vivi.