Favolondo

favolondo

OFFICINE DELLA CULTURA
in collaborazione con Orchestra Multietnica di Arezzo

FAVOLONDO

di Gianni Micheli

con
Favolondo, il suonatore di clarinetto Gianni Micheli
il suonatore di violoncello Samuele Boncompagni
il suonatore di balalaika contrabbasso Luca Baldini
il suonatore di bouzouki Massimo Ferri
il suonatore di salterio Massimiliano Dragoni
il cantante Emad Schuman
la farfalla ballerina Agnese Grazzini

C’erano una volta un italiano, un francese e un tedesco…
e un giapponese, un palestinese, un colombiano…
e un indiano d’America, un indiano “indiano”…
e un russo nato in Irlanda ma cresciuto in Italia che si chiamava Indiano ma che non era mai stato né in America né in India…
e poi una farfalla, un fiammifero, un asino, un pesciolino e uno squalo e una colomba…

Lo spettacolo alterna racconti, canzoni e musiche rielaborate dalla tradizione dei paesi di provenienza di alcuni dei musicisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo… ma non solo. La straordinaria esperienza di integrazione dell’OMA viene così proposta anche al pubblico dei più piccoli, in una sorta di concerto/racconto durante il quale i bambini e i ragazzi possono fare conoscenza con musiche, strumenti e storie nuove e affascinanti.
Spunto dello spettacolo il “mondo”, un mondo concreto, fisicamente presente in scena che, completata l’era delle profezie da “fine del mondo”, si ricostruisce ad opera della “parola”. Guida la ricostruzione un narratore di nome Favolondo, seguendo il filo di una cosmogonia variegata, favolistica e sonora. Una cosmogonia, per l’appunto, che intreccia i tanti racconti sull’origine del mondo e degli esseri umani, del bene e del male…, il tutto coi suoni e coi volti di alcuni musicisti dell’OMA, narrazione reale di un nuovo mondo possibile.

Dopo cinque anni di concerti in giro per una buona parte dell’Italia e dopo molti laboratori e incontri nelle scuole della propria città, i musicisti dell’OMA hanno sentito il bisogno di creare uno spettacolo destinato al pubblico scolastico, in cui è sempre più consistente la presenza di ragazzi stranieri e di seconda generazione. Pensiamo che questo, come altri progetti, possa essere utile per favorire la conoscenza delle culture dei compagni di classe, e per mantenere vivo l’interesse verso la propria cultura d’origine per i bambini immigrati da piccoli o di seconda generazione, nell’ottica della costruzione di una società multiculturale coesa.